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Categoria: Cultura italiana a Monaco
Pubblicato Domenica, 15 Aprile 2012 20:23

Un eroe italiano di oggi

Il nuovo libro del noto scrittore Roberto Saviano presentato a Monaco da Giovanni di Lorenzo

Am 23. März stellte der weltberühmte Autor und Journalist Roberto Saviano im völlig überfüllten Audimax der Ludwig-Maximilians-Universität sein neues Enthüllungswerk über die Mafia vor: „Der Kampf geht weiter“. Vor einem bewegten Publikum befragte Giovanni di Lorenzo, Chefrdaktuer der "ZEIT", Saviano zu seinem Buch und seinen Motiven.

Titti Galassoalt

Monaco, 15 aprile 2012.
Nell’affollata Audimax della Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco, il 23 marzo scorso è stato accolto con grande emozione e partecipazione lo scrittore-giornalista Roberto Saviano, intervistato da Giovanni di Lorenzo, direttore del settimanale tedesco Die Zeit. Saviano, che era già stato qui nell’ottobre del 2010 per ritirare il premio Geschwister-Scholl, è apparso piuttosto emozionato e come lui stesso ha dichiarato, "parlare in un’università gli fa battere il cuore", – emozionato perché qui può parlare di temi difficili da affrontare in Italia: provvedimenti anti-mafia, pentiti mafiosi, ruolo delle intercettazioni.

Monaco è stata l’ultima tappa di un mini-tour in Germania dove ha presentato il suo ultimo libro "Der Kampf geht weiter" ("la lotta continua" ndr), traduzione del suo “Vieni via con me” uscito in Italia nel marzo del 2011, dopo l’omonima trasmissione con Fabio Fazio, l’evento televisivo dell’anno che ha fatto più audience delle partite della Champions League e del Grande Fratello trasmessi in contemporanea nelle stesse serate. Lui stesso ha definito questa sua esperienza "un’avventura che mi ha dato la vertigine e la possibilità davvero di intravedere un sentiero oltre la notte. La notte di questo Paese".

Saviano ha raccontato del nuovo meccanismo della censura, il quale non essendo immediatamente riconoscibile risulta essere più insidioso: crea difficoltà nella realizzazione di un progetto e fa di tutto per farlo andare male. Un meccanismo che lui stesso definisce la macchina del fango che cerca di annientare chiunque sia considerato nemico dal governo. L’unica forza è mostrare di non avere paura e che l’unico modo per smontare questo meccanismo è parlarne. Questa è la sua risposta ed è convinto che il suo pubblico l’abbia capito.

Roberto Saviano, oramai conosciuto a livello internazionale grazie non solo a "Gomorra" e alla sua attività di autore ma anche per il suo impegno civile, vive sotto scorta dal 2006 per aver ricevuto minacce dai clan che lui stesso ha denunciato. Ma ciò che questa volta ha cercato di spiegare al pubblico tedesco è che il mafioso, a differenza dell’immaginario popolare, non è più riconoscibile nel contadino siciliano e nella sua lupara, ma piuttosto in un manager laureato a capo di grandi aziende o banche.

È vero che regole, rituali e codici vengono decisi e regolati nei piccoli paesini del Sud ma questi avanzano di città in città, di regione in regione, di nazione in nazione…

Saviano ha menzionato i fatti di Duisburg (agosto 2007) riscontrando grande consenso e lungo applauso da parte del pubblico italiano ma perplessità se non incredulità, invece, da parte del pubblico tedesco nel momento in cui ha indirettamente ammonito i politici tedeschi, i quali secondo lui, prestano eccessiva attenzione ad un Christian Wulff (l’ex Bundespresident, che ha acquistato un immobile chiedendo un credito maggiore del valore reale - Vorteilsannahme ), ma ben poca attenzione al giro di milioni di euro, denaro riciclato sporco, che da anni passa in Germania indisturbatamente.

Dalla caduta del muro di Berlino non ci sono "zone immuni dal denaro criminale e dall’alleanza mafie-imprenditoria!" Anche in Germania viene investito denaro sporco che arriva dalla Calabria e dalla Sicilia e trascorrono mesi e anni fino a quando questo denaro diventa cemento ed il cemento di nuovo si trasforma in riciclaggio di denaro sporco e narcotraffico.

Il pubblico presente era chiaramente un pubblico che lo conosce, che ha letto i suoi libri, che lo segue nei suoi articoli, che lo aspetta sul piccolo schermo dove appare occasionalmente…, ma, ascoltarlo dal vivo, e soprattutto averlo a pochi metri di distanza con la consapevolezza di non poterlo avvicinare, di non potergli stringere la mano perché la sua vita è in pericolo, ha reso questo evento ancora più straordinario. Sia il pubblico tedesco (molti giovani) sia quello italiano era lì perché spinto dalla voglia di capire. Il desiderio di regalargli un sorriso e fargli sentire che non è solo… perché per tutta la serata un sentimento comune di commossa ammirazione ha pervaso l’intera Aula: coraggio sì… ma quanta malinconia e solitudine.

Ma è proprio questa partecipazione emotiva del pubblico - ci spiega Saviano - che gli da la forza di perseverare e gli fa ritrovare quella sicurezza che potrebbe ripetutamente crollare e che lo aiuta a superare le forme di intimazione. Certo, potrebbe acquisire una nuova identità, lasciare definitivamente l’Italia, scomparire dai riflettori e costruirsi una nuova vita…, ma ha deciso di rimanere e lottare per quell’Italia, rappresentare quella faccia dell’Italia che non vuole essere complice del male ma che si oppone attivamente ad esso. Perché - ci spiega Saviano - c’è una parte dell’Italia, quella in cui ci riconosciamo noi, il suo pubblico, che è la più grande, che ha ancora fiducia, che crede ancora che non siamo tutti disonesti o corrotti e che ha voglia di ricostruire questo nostro Paese con gli strumenti che la democrazia mette a disposizione.

Nell’immaginario comune l’eroe è colui che attraverso un gesto forte, dimostrativo, si oppone a qualcosa di molto più forte di lui, ma per ogni italiano presente in aula l’eroe è Saviano poiché esiste anche un altro eroe, un debole che affronta e resiste per lungo tempo, quotidianamente, a qualcuno o qualcosa di più forte con perseveranza e tenacia continua.

Al Saviano appena tornato dagli Stati Uniti dove ha trascorso gli ultimi sette mesi gli si chiede: dove trascorrerà i prossimi mesi? A dispetto della superbia con cui la Germania si rivolge alla Grecia, di certo vorrebbe che una delle sue prossime mete fosse proprio questa…

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