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Categoria: Cultura italiana a Monaco
Pubblicato Domenica, 03 Novembre 2013 13:15

Il Tempio Italiano sul Leitenberg compie 50 anni 

Presso il campo di concentramento di Dachau si è tenuta la Commemorazione del 50anniversario della Cappella Italiana sul Colle del Leitenberg 

 

Am 2. November fand die Gedenkfeier zum 50. Jahrestag der italienischen Kapelle "Regina Pacis" auf dem KZ-Friedhof Dachau Leitenberg statt. Die Kapelle erinnert an die 38.000 Italiener, welche in den nationalsozialistischen Konzentrationslagern umkamen und ist inzwischen auch ein Zeichen für die von den Nazis Ermordeten aller Nationen. Errichtet wurde die "Regina Pacis" am 29.Juli 1963 von Bischof Giacomo Lercaro aus Bologna.

 

Comunicato di Claudio Cumani, presidente del Comites di Monaco di Baviera

Monaco, 2 novembre 2013.
Sabato 2 novembre si è svolta la cerimonia per il 50
o anniversario della Cappella Italiana eretta sul Colle del Leitenberg, accanto all’ex campo di concentramento di Dachau, per ricordare gli italiani morti in tutti i campi di concentramento nazisti.

La cerimonia è stata organizzata dalla Arcidiocesi di Monaco e Freising, col sostegno del Consolato Generale d’Italia e del Comites di Monaco di Baviera. 

Numerosissima la partecipazione: autorità civili e militari, italiane e tedesche (tra gli altri, il sindaco di Dachau, rappresentanti del Landtag e del Governo bavarese, rappresentanti della polizia bavarese, delle Forze Armate italiane, rappresentanti delle varie religioni), ma anche tanti cittadini, italiani e tedeschi, e soprattutto tanti giovani. Da Trento è giunta una delegazione della locale sezione dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) assieme a 25 ragazzi delle superiori e dell’Università cittadina, che si sono incontrati con la delegazione di studenti tedeschi delle classi del Rupprecht-Gymnasium di Monaco di Baviera che studiano italiano.

La cerimonia è iniziata percorrendo la Via Crucis – opera dello scultore Vittorio Di Colbertaldo - che dal piazzale porta al cimitero dove riposano oltre settemila vittime. Nelle soste presso alcune stazioni, ci sono stati brevi momenti di preghiera e sono state ricordate sia la storia del campo di concentramento di Dachau sia le storie di alcune delle sue vittime: Nevio Vitelli (deportato a 16 anni, autore di una poesia che – raccolta dal suo amico e compagno di prigionia Mirco Giuseppe Camia, ha dato lo spunto ed il titolo al libro “Mein Schatten in Dachau”, raccolta delle testimonianze dei deportati) e Procolo Caranante (giovane pescatore di Procida, fucilato il 29 settembre 1944).

Dopo la visita, la preghiera e la meditazione al cimitero sulla cima del colle del Leitenberg, la cerimonia è proseguita alla Cappella Italiana, dove hanno parlato il Cardinale Reinhard Marx e l’arcivescovo di Trento Luigi Bressan, in rappresentanza della Conferenza Episcopale Italiana.

Il Cardinale Marx, ha riaffermato come si debbano ricordare tutte le vittime del nazismo (i cristiani, gli ebrei, i rom, i comunisti, i portatori di handicap, gli omosessuali, …) e come ci si debba ancora oggi impegnare contro tutte le discriminazioni, siano esse di carattere religioso, razziale, di genere o preferenza sessuale.

La cerimonia si è conclusa con i discorsi del Console Generale Filippo Scammacca del Murgo, del rappresentante dell’ANPI Sandro Schmid e di due studenti di Trento, del Presidente del Comites Claudio Cumani (che riportiamo per intero alla fine) ed un saluto del Vescovo di Verona Giuseppe Zenti letto dal un suo delegato.

Al termine, il Console Generale ha consegnato due "medaglie d'onore destinate agli ex deportati nei campi di concentramento nazisti" alla memoria di Giuseppe D'Amico (fatto prigioniero a Dubrovnik/Ragusa nel 1943, internato prima a Bathorn/Niedersachsen e poi a Gevelsberg/Nordrhein-Westfalen,  dove morì di pleurite il 23 marzo 1944) e Francesco Paolo Grasso (sopravvissuto al campo di concentramento di Berger-Belsen nella Lüneburger Heide, dove era stato internato nel settembre 1943), medaglie che sono state ritirate dalla nipote Vincenza Lombardo e dal figlio Fernando Grasso.

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